Approccio floriterapico ai disturbi ansioso-depressivi

di Maria Elisa Campanini Per gentile concessione dell'autrice siamo autorizzati a pubblicare il testo della sua conferenza tenuta a Milano davanti alla Fondazione Ginevrina per l'Educazione e la Ricerca Medica, nella primavera del 2004.

1a parte

La malattia secondo Edward Bach

Depressione, ansia e attacchi di panico sono disturbi sempre più diffusi in tutto il mondo occidentale, in continuo aumento negli ultimi anni. Secondo uno studio recente quasi il 34% degli italiani soffre di un disturbo ansioso o depressivo. La medicina convenzionale le considera come malattie a sé stanti e tende a trattarle con terapie farmacologiche, combattendone i sintomi con un ricorso massiccio agli psicofarmaci, senza però tener conto dell’aspetto esistenziale, sociale e affettivo del malato.

Gli ansiolitici e gli antidepressivi, anche se possono “spegnere” momentaneamente il sintomo, non ne curano l’origine, la causa profonda, che se non viene affrontata continuerà ad alimentarsi e a dare segnali sempre più forti e “gridati” del malessere e del disagio.

Secondo una visione olistica e psicosomatica l’ansia e la depressione sono dei messaggi che il nostro corpo ci manda per avvisarci di una sofferenza più profonda, spesso ci vogliono dire che non stiamo vivendo in sintonia con noi stessi, che qualcosa dentro di noi viene soffocato, che stiamo reprimendo le nostre forze vitali, le nostre tendenze naturali, non stiamo facendo quello che amiamo e desideriamo, non stiamo esprimendo la nostra creatività, le nostre potenzialità, il nostro talento.

 

La floriterapia

Questi concetti coincidono perfettamente con i principi espressi più di 70 anni fa da Edward Bach, il medico inglese che ha scoperto ed elaborato la floriterapia.

Bach considerava la malattia non come un nemico da combattere, ma come un alleato che ci segnala che qualcosa non va nel nostro modo di vivere, ci avverte che non stiamo ascoltando la nostra voce interiore; la malattia ci permette di conoscerci meglio e di prendere coscienza dei nostri errori: in questo modo il malessere e la sofferenza possono essere trasformati in un’occasione di rinnovamento e di rigenerazione, di crescita personale. Anche Jung, del resto, diceva che la malattia non è uno “sbaglio” da estirpare, ma ha un significato simbolico da capire e rielaborare. Bach ha scritto: “Nel corpo fisico la malattia è il risultato della resistenza della personalità alla guida del proprio Sé … Questo conflitto è la causa profonda della malattia e dell’insoddisfazione … Dobbiamo imparare a sviluppare la nostra individualità secondo le direttive del nostro Io superiore”.

Questi concetti sono attualissimi ancora oggi e costituiscono la base, l’impianto teorico della floriterapia.

I Fiori di Bach hanno una profonda azione energetica e non sintomatologica.

Non veicolano alcuna sostanza chimica (infatti non contengono molecole attive) ma veicolano un’informazione energetica, una sorta di messaggio psicologico; aiutano a sbloccare la nostra forza reattiva, ad attivare le energie necessarie alla guarigione.

È dunque un approccio terapeutico attivo e non passivo: non si cura il sintomo, ma l’atteggiamento disarmonico che ne è la causa.

La floriterapia si dimostra utile ed efficace nel trattamento di molti disturbi ansiosi e depressivi, a cui è particolarmente congeniale perché, come già detto, questi non sono semplici “sintomi” ma spie di un “male di vivere” più profondo e inascoltato.

I fiori corrispondono ad Archetipi, a qualità positive presenti in tutti gli esseri umani (come la fiducia, il coraggio, la sicurezza, l’empatia, la speranza) e grazie alla loro forza vibrazionale agiscono risvegliando queste qualità, stimolando lo stato d’animo positivo; quindi, per esempio, in caso di disturbi ansiosi il rimedio non sopprime la paura e l’ansia, ma aiuta a sviluppare il coraggio; in caso di depressione non sopprime la tristezza e il dolore, ma attiva la forza d’animo e la speranza.

La depressione

Nel sistema floriterapico sono diversi i rimedi che si dimostrano utili ed efficaci nel trattamento di stati depressivi. Rispondono positivamente alla floriterapia le depressioni reattive, per esempio depressioni conseguenti a eventi dolorosi o traumatici, lutti (reali o simbolici), perdite affettive, separazioni, abbandoni, ma anche insuccessi, delusioni, depressioni causate da malattie.

Si ottengono spesso buoni risultati in caso di depressione endogena in forma lieve o moderata, mentre risultati minori o scarsi si notano invece in patologie più gravi, di lunga data o di tipo depressivo maggiore, e in persone che assumono psicofarmaci da molto tempo.

Le depressioni reattive generalmente rispondono bene al trattamento con i fiori di Bach.

La prescrizione della miscela è sempre personalizzata secondo lo stato d’animo individuale, però vi sono delle combinazioni di alcuni fiori specifici a cui si ricorre più spesso e che in sinergia si dimostrano particolarmente efficaci.

I due rimedi di elezione sono Star of Bethlehem e Gentian.

Star of Bethlehem, l’antitraumatico del sistema Bach, è fondamentale per aiutare la persona ad attutire la violenza del trauma emotivo, a rielaborare l’angoscia e il dolore conseguenti e a stimolare una maggiore forza di reazione. Star of Bethlehem si dimostra molto efficace utilizzato in sinergia con Gentian, per lo scoraggiamento, la tristezza, la disperazione, il ripiegamento su se stessi, il senso di sconforto: in questo caso Gentian rafforza la fiducia, la speranza, la forza interiore, l’apertura verso nuovi investimenti emotivi.

L’essenza di Gorse va presa in considerazione in caso di malattie croniche, quando c’é rassegnazione, resa alla malattia, assenza di motivazioni; questo fiore aiuta a riattivare la speranza e la voglia di combattere e di guarire, con una ricaduta positiva sul sistema immunitario.

Altri due rimedi usati frequentemente in stati depressivi sono Honeysuckle e Wild Rose.

Honeysuckle è indicato per il rimpianto ossessivo, la nostalgia, la fuga nel passato, l’idealizzazione eccessiva del passato: il rimedio attiva una maggiore progettualità e capacità di vivere il presente; mentre Wild Rose agisce sull’apatia, la perdita di interesse per la vita, l’indifferenza verso il mondo esterno. Wild Rose è un rimedio molto energetico, che aiuta a sbloccare una grande forza di reazione e restituisce vitalità e voglia di vivere. Questi due rimedi, insieme a Gorse, possono essere di grande aiuto alle persone anziane che vivono stati depressivi in cui prevale il senso di rassegnazione, di inutilità, di emarginazione dalla vita e dalla realtà, quando gli anziani sono troppo aggrappati ai ricordi, perdono interesse per quello che li circonda e “si negano” al presente.

In tutti i tipi di depressione, Mustard e Sweet Chestnut sono rimedi spesso indispensabili. Mustard agisce sullo stato di malinconia, con tristezza, angoscia, voglia di piangere; è un rimedio molto utile nelle malinconie cicliche adolescenziali, negli stati depressivi in menopausa, e anche questo negli stati depressivi periodici degli anziani. Sweet Chestnut rappresenta la fase più critica della depressione endogena, corrisponde a uno stato acuto, uno stato di sofferenza insopportabile e di disperazione estrema (Bach lo definiva “la buia notte dell’anima”), con abbattimento del tono dell’umore, isolamento dai rapporti con gli altri, spesso disturbi fisici come insonnia, astenia, affaticabilità.(...continua...)